Associazione culturale Gerardo Guerrieri

Gerardo Guerrieri alla macchina da presa, anni 50. Archivio della famiglia Guerrieri
Gerardo Guerrieri sugli spalti durante le prove di “Troilo e Cressida”, di W. Shakespeare, traduzione di G. Guerrieri, 1949, Giardini di Boboli, Firenze. In alto: Pariso Votto, Luchino Visconti, Gerardo Guerrieri. In basso: Emilio Amendola, Franco Zeffirelli. © di Gastone Bosio, Archivio Museo Biblioteca dell’Attore di Genova.
Gerardo Guerrieri e Arthur Miller, in occasione della presentazione di “Uno sguardo dal Ponte” di A. Miller, traduzione di G. Guerrieri, Roma, 1984, © di Tommaso Le Pera. Archivio della famiglia Guerrieri.
 

L’avventura del regista ha tre fasi e tre aspetti: un’esperienza umana, un viaggio in paesi lontani, la costruzione di una città. E comincia con una immersione simile a quella del palombaro. Nessuna idea preconcetta assilla il regista. Egli lascia che il testo operi in lui, finché non diventa un magone, un sogno lucido e preciso, che egli si sente costretto a riprodurre in ogni particolare, e comunicare agli altri.

Appunto personale di Gerardo Guerrieri a proposito del suo lavoro con Luchino Visconti, circa 1950.

Gerardo Guerrieri

matera, 4 febbraio 1920 - roma, 24 aprile 1986

Acuto traduttore ed esegeta, instancabile nel ricercare in tutto il mondo sotto i più vari tropici culturali i miti i riti i linguaggi gli stili i segni i testi teatrali e poetici – tutto ciò che potesse costituire in una sintesi ampia ed imprevedibile un ritratto aggiornato del mondo.

Per trent’anni, come animatore insieme alla moglie Anne d’Arbeloff del Teatro Club, Gerardo Guerrieri ha presentato agli italiani le punte più avanzate della ricerca teatrale mondiale – gli autori più nuovi accanto alle tradizioni più antiche: il teatro Nō del Giappone, i danzatori di Bali, il voodoo del Centro America, gli aborigeni australiani. E poi Ionesco, Genet, il Living Theatre, Grotowski, Kantor, Bob Wilson, LeRoy Jones, Peter Brook per non citarne che alcuni.

Come traduttore, si impadronì delle due lingue, inglese e russo, che egemonizzavano l’Europa divisa. Divisa non solo esternamente ma anche all’interno di ogni nazione e di ogni famiglia. In America colse un filone che da Faulkner giunge al teatro di Tennessee Williams e Arthur Miller. In Russia un filone che da Gogol e Dostojevskij giunge fino a Cechov, il suo autore più amato, indagato e sapientemente tradotto.

Troviamo Gerardo Guerrieri accanto a De Sica fra gli sceneggiatori di Ladri di biciclette, accanto a Visconti come traduttore di Miller e Cechov, accanto a Strehler e Grassi come fondatore del Piccolo di Milano, accanto a Paolo Grassi come direttore della collana di Teatro Einaudi, accanto a Silvio d’Amico nella redazione dell’Enciclopedia dello Spettacolo. E’ stato il prototipo in Italia del ruolo del dramaturg, con Luchino Visconti e al teatro stabile di Genova, diretto da Ivo Chiesa. E’ divenuto il più esperto ricercatore biografo e saggista di Eleonora Duse, sulla quale ha organizzato due mostre famose e ha raccolto un archivio sterminato d’informazioni e documenti. I campi in cui ha esteso le sue ricerche e i suoi studi comprendono musica, antropologia, storia delle religioni, filosofia della scienza e storia dell’arte.

Conosciuto in tutte le biblioteche del mondo, Gerardo Guerrieri era divenuto l’esperto, il confidente, il consulente, l’ispiratore, in molti casi l’amico dei moltissimi che si rivolgevano a lui con aspettazione, rispetto, avidità di consigli e giudizi. Si può affermare che nessun intellettuale ha esercitato sul teatro italiano un’influenza più determinante di lui.

Mario Prosperi, 22 giugno 1987 – trasmissione Rai Radio 3 Un drammaturgo nel Labirinto

Per approfondire:
Rai Radio 3 Wikiradio: Gerardo Guerrieri. 4 febbraio 2021. Con Stefano Geraci
Wikipedia, pagina di Gerardo Guerrieri

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